Gibilterra nell’Uefa, ma Platini chiude alla Catalogna. E per la Padania…

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L’Uefa sta per decidere di ammettere al suo interno come membro effettivo la federazione di Gibilterra perché “obbligata dalla decisione del Tas di Losanna”. Scelta che divide ma che non apre ad analoghe decisioni per altri territori europei al centro di rivalse storico-politiche come potrebbero essere il Kosovo e la stessa Catalogna.

Il tema è così delicato che Platini ha sentito il bisogno di precisarlo richiamandosi allo Statuto dell’Uefa. Le regole dicono infatti che l’ammissione è prevista per coloro che siano riconosciuti dall’Onu. Gibilterra aveva presentato formale richiesta nell’ormai lontano 1997 vedendosela respingere dal Congresso dell’Uefa dieci anni più tardi. Molto ha pesato sin qui l’opposizione decisa del governo spagnolo in appoggio al diniego della Federazione di Madrid e a tutti gli organismi dello sport iberico, alle prese con le spinte verso l’autonomia di Catalogna e Paesi Baschi.

Il potere dello sport spagnolo e del calcio in particolare aveva fin qui bloccato l richieste. La sentenza del 18 agosto 2011 da parte del Tas di Losanna, però, ha messo la Uefa con le spalle al muro. La GFA (Federazione calcistica di Gibilterra) ha pieno diritto ad essere ammesso nel consesso del calcio europeo e questo diritto le sarà riconosciuto anche formalmente a meno che qualche ricorso non blocchi il processo.

La battaglia rischia di essere più aspra sulle aspirazioni di altri. Il Kosovo sta uscendo a fatica dagli strascichi della guerra civile jugoslava mentre la Catalogna sogna l’autonomia politica dal governo centrale spagnolo e dal punto di vista calcistico potrebbe mettere in campo una nazionale capace già oggi di stare tra le prime quattro al mondo contando sullo zoccolo duro del Barcellona.

Le parole di Platini, però, chiudono a ogni ipotesi anche futura. L’Uefa si piega su Gibilterra ma non farà sponda a nessuno per accreditare distacchi politici dai rispettivi governi.

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